Università VS Self-Made

La terza via: l’ITS

Nel momento in cui si vuole intraprendere la via della “specializzazione” da developer, una volta concluse le scuole superiori, spesso ci si trova davanti a quello che è, a tutti gli effetti, un bivio: intraprendere la via dell’Università o iniziare un percorso di autoformazione?

La risposta non è sempre così scontata, vista anche la soggettività della scelta. Nel primo caso stiamo parlando di un percorso che dura minimo tre anni (o cinque, a seconda dell’obiettivo), strutturato e tenuto da docenti formati e che seguono un piano di studi ben preciso, mentre nel secondo abbiamo una durata potenzialmente ignota e che si basa esclusivamente sulla nostra organizzazione, disciplina e motivazione.

Molte persone spesso però sottovalutano o addirittura non sono a conoscenza di una terza via, ovvero degli ITS (Istituto Tecnico Superiore) di programmazione, degli enti solitamente finanziati dalla regione e/o da alcune aziende del settore, il cui scopo è quello di formare nel giro di un paio d’anni delle figure professionali da inserire nel mondo dell’IT.

Un ibrido tra Teoria e Pratica

“Com’è strutturato il percorso formativo di un ITS?”

Per integrare in modo corretto e graduale la “Teoria” e la “Pratica”, il piano formativo standard di un ITS generalmente prevede:

  • Primo Anno: Prevalentemente dedicato alle lezioni in aula, dove si ha l’opportunità di apprendere dalle competenze di docenti aziendali1 e universitari, i concetti, i linguaggi e gli strumenti fondamentali della figura professionale che si ambisce a diventare. Inoltre c’è da menzionare che in alcuni ITS viene offerta la possibilità di prepararsi e sostenere esami per certificazioni esterne quali: CISCO IT Essentials, ECDL e PET/FIRST/ecc. per citarne solo alcune.

  • Secondo Anno: Dopo una breve fase di lezioni dedicate agli ultimi moduli, mirate a esplorare concetti più avanzati, come l’Architettura del Software per esempio, l’attenzione si sposta principalmente sullo stage lavorativo, nonché ultima attività prima dell’esame finale (necessario per conseguire un Diploma di V livello EQF).

“Come posso trovare gli ITS?”

Prima di rispondere a questa domanda, è bene precisare che gli ITS in Italia offrono una vasta gamma di corsi dedicati a settori diversi, tra cui tecnologia, industria, e servizi. Per ovvi motivi in questo libro, più precisamente in questo capitolo, si parlerà di quelli legati al settore IT.

Chiusa questa parentesi, il sito dell’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa) è sicuramente la migliore risorsa per ottenere una risposta a questa domanda. Ovviamente non l’unica, ma sicuramente tra tutte le pagine risulta essere la più completa, presentando anche a sostegno i dati relativi agli ITS della regione e all’occupazione degli studenti diplomati.

Perché l’ITS potrebbe risultare un’ottima via?”

Innanzitutto come già citato è un corso molto breve (2 anni), a numero chiuso (quindi con un test di ammissione) e alla portata di tutti dal punto di vista economico, dal momento che l’iscrizione è gratuita o a costo molto ridotto. Solitamente viene fornito un PC da poter utilizzare durante le lezioni e dedicato completamente alla programmazione, ma soprattutto, ciò che contraddistingue l’ITS (e il motivo per cui viene citato in questo capitolo) è la sua dualità tra lezioni in aula e stage in azienda per poter testare in modo pratico “sul campo” i concetti appresi.

Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che la preparazione concettuale e teorica potrebbe risultare meno solida rispetto a quella universitaria, anche se questa scelta, come spiegato in precedenza, predispone molte attività in ambito aziendale, essendo maggiormente orientata al mondo del lavoro, e quindi aiuta nel “salto”. Proprio in questo contesto, sfruttando le opportunità lavorative e gli incontri con i professionisti del settore, dobbiamo far emergere la nostra proattività e curiosità per valorizzare al meglio le competenze di base che abbiamo acquisito!

Per esempio, le lezioni di Python che ho seguito in Accademia hanno stimolato la mia curiosità e adesso non vedo l’ora di affinare le mie conoscenze su questo linguaggio. Partendo da questa “infarinatura” posso apprendere più facilmente, anche in maniera autonoma.

Tramite questo percorso, passando per gli stage, si possono acquisire anche competenze su argomenti che non sono stati affrontati in aula. Ad esempio, in futuro potrei trovarmi a svolgere uno stage in un’azienda che usa un framework specifico: avendo seguito le lezioni su JavaScript, ho acquisito delle solide basi che non potranno far altro che semplificare il processo di apprendimento di una nuova tecnologia basta su questo linguaggio di programmazione.

Ma le opportunità offerte dall’ITS non terminano qua! Infatti se tutto ciò non dovesse essere sufficiente per trovare l’impiego che desideriamo o non dovesse soddisfare appieno le nostre aspettative sul grado di approfondimento degli argomenti, la conclusione di questo percorso biennale, ci permetterà di accedere in modo agevolato alle Università che riconoscono questo corso e i crediti formativi guadagnati durante gli studi. Così facendo sarà possibile perseguire la via della laurea senza dover ricominciare da zero, evitando di dover preparare ogni singolo esame2.

In ogni caso, a prescindere dal ramo che si decida di intraprendere una volta conclusa questa esperienza, è importantissimo alimentare sempre questo “fuoco”, questa sete di conoscenza che, oltre ad essere fondamentale in questo settore (perché non si smette mai di imparare nel mondo IT 🤓), ci aiuterà a crescere come figura professionale e a farci notare da aziende dove sarà più facile fare esperienza e assimilare nuovi concetti.


Note

1Docente Aziendale: Una figura che lavora nel settore e che tende dunque a spiegare i concetti più da un punto di vista aziendale/lavorativo. Le loro lezioni sono molto importanti in vista dello stage, che per molti potrebbe essere la prima vera e propria esperienza lavorativa

2Il riconoscimento dei crediti formativi ottenuti durante il percorso ITS, e gli esami che non è necessario preparare, possono variare da Università a Università